Il termine schiscetta deriva dal verbo tipicamente lombardo schisiare (schiacciare) e indica il contenitore del pranzo che gli operai degli anni ’50 portavano da casa: risotto, verdura o carne che fosse, era tutto schiacciato per far chiudere il coperchio.
In piemontese è detta “baracchino”, nei Paesi anglosassoni “lunch box” o ”packed lunch”, mentre in Giappone “bentobako”.
Origini a parte, la schiscia è molto diffusa anche ai giorni nostri e rappresenta un modo per mangiare sano a lavoro (a patto che i piatti non siano troppo elaborati) e per risparmiare tempo e denaro.
Per tutti i lavoratori che non hanno la mensa interna all’azienda oppure per tutti i libero professionisti che non vogliono mangiare al ristorante (o al bar) tutti i giorni, ecco che la soluzione migliore è prepararsi il proprio pranzo la sera prima (o la mattina stessa).
Schiscetta perfetta
Per una pausa pranzo perfetta, che sia gustosa ma al tempo stesso equilibrata e salutare, è importante ricordare poche e semplici regole basilari.
A casa, infatti, è possibile preparare in anticipo piatti sani ed equilibrati, scegliendo per tempo e con attenzione gli ingredienti da utilizzare, abbinando i sapori e seguendo la stagionalità.
1. Attenzione alla dispensa
Per una schiscetta perfetta, devo avere una dispensa perfetta!
Aprire e versare a casaccio nel lunch box una lattina di tonno, una mozzarella in busta, una manciata di piselli in barattolo non significa prepararsi il pranzo, ma accostare alimenti che cozzano uno con l’altro e avere un piatto non equilibrato.
In dispensa devo avere degli alimenti che mi permettano di preparare la sera pensando a giorno dopo: nella credenza non devono mancare diversi tipi di cereali (e perchè no, anche il famoso tonno in vasetto di vetro nominato sopra), in frigo sono indispensabili pollo, formaggio magro come la ricotta e verdure, mentre il congelatore ci può aiutare con filetti di merluzzo e platessa, verduree legumi surgelati.
2. Pianificare i pasti
Ritrovarci all’ultimo momento, quindi al mattino appena svegli, a prepararci il pranzo non è l’idea migliore: la schiscetta perfetta richiede organizzazione! E l’organizzazione comincia dalla spesa settimanale. Nella lista della spesa devo annotare gli alimenti che vorrei consumare, tenendo conto anche dei pasti fuori casa.
Non necessariamente devo preparare ricette diverse ogni giorno. La sera prima, ad esempio, posso preparare una porzione in più di verdure per aggiungerla alla schietta, oppure se faccio la frittata posso rompere due uova in più per inserirla nel mio packed lunch. Suvvia, non è un male mangiare due giorni consecutivi lo stesso alimento, sfatiamo questo mito!
3. Condire al momento del consumo
Una piccola scorta in ufficio di ottimo olio extravergine di oliva, un boccettino di aceto di vino, sale, pepe, da utilizzare nel momento stesso del pasto, può aiutarci a mangiare le nostre verdure non afflosciate o inzuppate nell’olio dalla sera prima.
In ogni caso, cerchiamo di non abbondare con l’olio, perchè anche se ha antiossidanti e acidi grassi “buoni”, è pur sempre un grasso: se uno dei motivi per cui ci portiamo il pranzo da casa è tenersi in forma e controllare gli ingredienti, possiamo utilizzare il cucchiaio da minestra per misurare il condimento. Allora sì, che abbiamo una schiscetta perfetta!
Ecco alcune idee per creare i vostri packed lunch in modo equilibrato, senza annoiarsi e senza prendere sonno poi davanti al pc (ricordatevi di portare con voi anche della frutta fresca per la vostra merenda):
Cous cous con menta e ceci, e asparagi (+ 1 mela per lo spuntino)
Pollo al curry con riso basmati, e pomodorini (+ 2 kiwi)
Sgombro con patate, e fagiolini (+ 3 albicocche)
Insalatona di verdure miste, pane integrale e bresaola (+ 1 arancia)
Riso Venere con gamberetti e zucchine, e finocchi al vapore (+ 1 pera)
La tua schiscetta perfetta
Qual è il vostro ingrediente preferito, che non deve mancare mai per la vostra schiscetta perfetta?
Largo alla fantasia, e ai colori!
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E’ possibile dimagrire senza evitare diete restrittive o digiuni? E’ possibile, quindi, dimagrire mangiando?
La risposta è affermativa, perché esistono le calorie negative.
COSA SONO LE CALORIE NEGATIVE
Il corpo umano ha bisogno di energia per tutte le reazioni chimiche che lo tengono in vita, dalla respirazione alla produzione di anticorpi, dalla produzione di ormoni alla digestione.
Per quanto riguarda l’ultimo aspetto, in termini tecnici si parla di termogenesi indotta dalla dieta: in parole semplici significa che il corpo “brucia” una certa quantità di energia (ossia calorie) per la trasformazione del cibo, dalla masticazione alla vera e propria digestione nello stomaco, all’assorbimento dei nutrienti a livello intestinale.
Avete capito bene, l’atto stesso di mangiare ci fa bruciare calorie! Esistono, infatti, alcuni alimenti che ci permettono di consumare più calorie di quelle che ci forniscono mangiandoli, stimolando opportunamente il nostro metabolismo.
Non si tratta di “alimenti magici” né di “barrette brucia-grassi”, bensì di alimenti a bassa densità calorica, quindi poco ricchi in grassi, carboidrati e proteine, ricchi di acqua, il cui bilancio tra quanto speso e quanto immesso può diventare negativo.
ALIMENTI A CALORIE NEGATIVE
Gli alimenti a calorie negative sono vegetali (frutta e verdura in primis, ma anche spezie) particolarmente ricchi di fibre e di vitamine, come ad esempio la vitamina C.
Per poter digerire bene questi alimenti è necessario masticare bene e a lungo. La masticazione ha un ulteriore vantaggio, quello di stimolare la produzione di succhi gastrici ma anche quello di far partire quel processo grazie al quale percepiamo il senso di sazietà. Le fibre inoltre riempiono lo stomaco, aiutandoci a mangiare di meno, e rallentano l’assorbimento di quegli zuccheri e grassi che ingeriremo successivamente.
Quali sono gli alimenti a caloria negative? Vi faccio solo qualche esempio.
Arancia:
ottima fonte di vitamina C, presenta circa 33-45 Kcal per 100 grammi. Il suo bilancio tra calorie immesse e consumate per la digestione è negativo.
Pompelmo:
disponibile nelle varianti giallo o rosa, entrambe con preziosi nutrienti salutari tra cui la vitamina C. Apporta circa 35 calorie per 100 grammi.
Mandarini:
44 calorie per 100 grammi. Ricchi in vitamina C, anche se meno rispetto a limoni e aranci.
Anguria:
la parte rossa edibile contiene licopene e circa il 90% di acqua, e quindi ha effetto diuretico. Apporta solo 15 calorie per 100 grammi.
Sedano:
composto per il 75% di acqua, ha solo 15 calorie per 100 grammi di prodotto e contiene molte fibre.
Cetriolo:
altro alimento molto importante nelle diete per l’elevato contenuto di acqua e le proprietà sazianti. Ha solo 15 calorie per 100 grammi.
I cetrioli: calorie negative estive.
Pomodoro:
quello fresco maturo apporta 19 calorie per 100 grammi. Molto importante dal punto di vista salutistico perché ricco di licopene nonché ingrediente per diverse preparazioni mediterranee.
Zucchine:
grande contenuto di acqua, presentano solo 15 calorie per 100 grammi di prodotto.
Asparagi:
hanno tra 20 e 30 calorie per 100gr, vantano proprietà diuretiche e depurative.
Cavolfiore:
soprattutto se consumato crudo o cotto leggermente al vapore, ha una consistenza croccante e aumenta il senso di sazietà.
Peperoncino:
tenendo conto delle basse quantità normalmente utilizzate nelle nostre preparazioni, ha un apporto calorico quasi del tutto trascurabile. Innalza il metabolismo basale e permette di quindi di bruciare più calorie a parità di attività svolta.
CONCLUSIONI
Conoscere i cibi a calorie negative è una buona cosa: aumentando il loro consumo apporteremo sicuramente dei benefici in termini di salute, specie se poi controlliamo quantità e qualità degli altri cibi ingeriti.
Non si può in alcun modo pensare di riparare ad una alimentazione non corretta aggiungendo semplicemente grandi quantità di verdure o frutta a calorie negative. Insomma, non pensiamo di poter mangiare chili di carne rossa o fritti tutti i giorni e poi aggiustare le cose mangiando 1 chilo di cetrioli. Purtroppo non è così semplice! Il buonsenso e l’equilibrio sono d’obbligo.
L’articolo “Alimenti a Calorie Negative” è stato segnalato sul Corriere e Libero Quotidiano nonchè diverse altre testate giornalistiche.
Grazie alla giornalista Camilla Sernagiotto del Corriere della sera, ho partecipato alla trasmisisone di Rai1 “Uno Mattina in Famiglia” condotta da Tiberio Timperi.
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Per avere ulteriori informazioni o una consulenza personalizzata, vi invito a contattarmi tramite mail al mio indirizzo personale: jessicadietista@gmail.com .
Nel momento in cui si vuole stare attenti alla linea, il primo alimento che viene eliminato o, comunque sconsigliato, è la pizza, croce e delizia dell’alimentazione di noi italiani amanti dei carboidrati.
Questo succede perché la pizza fa ingrassare. Ma è proprio così?
Gli ingredienti della pizza
Per poter andare a ragionare su quanto possa incidere una pizza nella nostra dieta quotidiana, si deve partire dagli ingredienti.
Classicamente, l’impasto della pizza viene fatto con:
la farina (di tipo 0, 00 o integrale)
il lievito di birra
il sale
acqua q.b.
Il condimento, invece, è libero, e ognuno si sbizzarrisce in pizzeria a scegliere quello che più gli piace: dalla classica margherita con salsa di pomodoro e mozzarella, alla vegetariana con le verdure, dalla capricciosa con prosciutto cotto, carciofini, funghi e olive nere, alla boscaiola con soppressa e chiodini.
Ovviamente, a seconda dei condimenti che si vogliono utilizzare, le calorie cambiano, e anche di molto!
Le calorie della pizza
La pizza margherita, cioè la più semplice, apporta circa 270 Kcal per ogni 100 g: tenendo conto che questa stessa pizza pesa circa 300 g, si può calcolare rapidamente le calorie totali. Una pizza margherita così come ci arriva sul piatto in pizzeria contiene circa 800 Kcal.
E le altre pizze?
Di seguito vi elenco le calorie medie delle pizze più comuni riferite, sempre, a 100 g:
pizza bianca (senza pomodoro): 292 Kcal
pizza vegetariana: 300 Kcal
pizza quattro stagioni: 620 Kcal
pizza margherita con salsiccia: 650 Kcal
pizza ai 4 formaggi: 700 Kcal
Nelle pizze con formaggi e salumi, come si può ben immaginare, abbiamo un elevato contenuto di grassi, che mediamente si attesta attorno ai 20-25 g per ogni 100 g di pizza.
Ma allora la pizza fa ingrassare veramente? Messa sul piano delle calorie, infatti, sembra che la pizza sia un cibo assolutamente da evitare, soprattutto se si vuole perdere peso: in realtà, ogni tanto è possibile concedersi un’eccezione per soddisfare il palato e, perché no, lo spirito.
Accorgimenti per una pizza più “salutare”
Stiamo cercando di capire se la pizza fa ingrassare oppure no. Per non sentirsi troppo in colpa e per non veder lievitare il girovita, è possibile preparare una pizza più “salutare” seguendo alcuni piccoli accorgimenti.
1-Utilizzare farine integrali per l’impasto
Consumare alimenti ricchi in fibre e a basso indice glicemico aiuta a regolare i livelli di zucchero nel sangue e a garantire la sensazione di sazietà.
2-Ridurre il formaggio
Come detto prima, se utilizziamo i formaggi come condimenti, aumentano sia le calorie che i grassi totali, responsabili, tra gli altri, di aumentare il rischio di patologie cardiovascolari.
3-Aumentare le verdure
Un condimento ipocalorico e salutare può essere costituito dalle verdure (di solito vengono preferite melanzane, e zucchine grigliate), che aumentano la quota di fibra del piatto.
4-Diluire la frequenza
Quello che consiglio io è di non mangiare la pizza ogni settimana (tipica abitudine del sabato sera della famiglia media italiana), ma una volta ogni 15 giorni e…
…di non pesarsi il giorno dopo, perché 1 chilo in più è quasi scontato (anche se non di grasso ma di ritenzione idrica) !
Conclusione, la pizza fa ingrassare?
Allora, la pizza fa ingrassare o no?
La pizza è un ottimo piatto unico, completo perché contiene carboidrati, grassi e proteine, anche se da non consumare quotidianamente.
Naturalmente, è meglio scegliere una pizza semplice ed evitare aggiunte di formaggi o affettati: le migliori sono le pizze con le verdure, che completano il pasto con fibre, vitamine e minerali, abbassando il carico glicemico e saziando di più.
Possiamo dire che in assoluto non è vero che la pizza fa ingrassare, così come non lo si può dire di nessun altro alimento. Va sempre tutto contestualizzato, nella giornata, nella settimana, nel mese, anche in base alle esigenze e al dispendio energetico.
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Prima dell’arrivo dell’estate è frequente chiedersi a cosa fanno bene le ciliegie.
Gli alberi fioriscono in primavera contemporaneamente alla comparsa delle foglie ed è uno spettacolo della natura ammirare le loro chiome dall’aspetto bianco candido.
La Ciliegia
La ciliegia: una tira l’altra, ci ricorda un famoso detto popolare. E infatti questo frutto rosso primaverile-estivo delizia così tanto il palato che non si finirebbe mai di mangiarlo!
Noi cediamo al peccato di gola, le assaporiamo e loro ci regalano numerose sostanze che potrebbero allungarci la vita. Scopriamo insieme a cosa mi riferisco e a cosa fanno bene le ciliegie.
Ciliegie cosa contengono
Mette di buon more pensare che le ciliegie siano indicate anche per chi è attento alla linea, in quanto soddisfano la voglia di dolce ma hanno poche calorie: appena 38 calorie in 100 grammi di ciliegie denocciolate (ossia 130 grammi di frutti interi)!
Calorie ciliegie: su 100 grammi di parte edibile troviamo:
86% di acqua
16 g di carboidrati
1 g di proteine
0,2 g di grassi
1,6 g di fibra
Tra gli zuccheri presenti, nominiamo il sorbitolo: è uno zucchero ridotto a poliolo, che l’organismo trasforma in monosaccaridi senza l’intervento dell’insulina, motivo per il quale le ciliegie possono essere consumate anche da chi soffre di diabete.
Ci sono molte varietà di ciliegie che si possono raccogliere tra maggio e luglio, ma in tutte troviamo una buona quantità di vitamine C ed A, nonché di fosforo, magnesio e potassio.
Il colore rosso scuro è dato da una serie di composti detti antocianine, che ultimamente sono sotto i riflettori di scienziati e ricercatori per le loro capacità di comunicare con il nostro DNA, influenzando la longevità.
A cosa fanno bene le ciliegie: i benefici delle ciliegie
L’albero di ciliegio viene anche coltivato per il suo legno rosato, particolarmente apprezzato nei lavori di ebanisteria, per la produzione di mobili fini e per la fabbricazione delle pipe.
Ma per la maggior parte dei casi, questi alberi sono importanti per i frutti rossi e tondeggianti che ci donano. Vediamo insieme a cosa fanno bene le ciliegie.
Proprietà antiossidanti e antinfiammatorie
Grazie alla presenza di antocianine e vitamine, le ciliegie aiutano a combattere gli effetti dei radicali liberi e minano i meccanismi alla base dello sviluppo di malattie croniche come il diabete, l’obesità ed il cancro.
Proprietà benefiche e terapeutiche di protezione del cuore
I flavonoidi come le antocianine hanno un ruolo protettivo per il sistema cardiovascolare, riducendo i rischi di patologie ad esso associate: fanno abbassare la pressione e il cosiddetto colesterolo cattivo LDL (Low Density Lipoprotein), limitano gli stati infiammatori e la formazione delle placche arteriosclerotiche nelle arterie, e aumentano l’elasticità dei vasi sanguigni.
Proprietà lassative: è vero che le ciliegie sono lassative?
L’abbondante presenza di acqua, di fibre e di sorbitolo promuove la sensazione di sazietà, la diuresi e l’attività intestinale. Sono, quindi, dissetanti e aiutano chi soffre di stipsi: per chi non ha di questi problemi, attenzione a non esagerare con le quantità, altrimenti si rischia l’effetto lassativo!
Proprietà anti-gotta
Una ricerca californiana ha fatto rilevare che le ciliegie hanno capacità antinfiammatorie tali da sedare gli attacchi di gotta, facendo calare i valori di acido urico. Sarà interessante aggiornarsi sui risvolti di questa nuova scoperta, anche se è da approfondire e verificare.
A cosa fanno bene le ciliegie: conclusioni
Adesso che abbiamo capito a cosa fanno bene le ciliegie, lo possiamo dire: belle e buone, le ciliegie sono un piacere per la gola, ma anche un dono inestimabile per la nostra salute. La loro stagionalità è limitata, perciò quando le vediamo sui banchi del fruttivendolo, meglio approfittarne!
Le fibre per i bambini, gli antociani per gli adulti: possiamo dire che le ciliegie fanno bene proprio a tutte le età! Ma attenzione, se ne mangiamo troppe…diventa vera l’affermazione che le ciliegie sono lassative !
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Gli asparagi, in latino Asparagus Officinalis, fanno parte della vasta famiglia delle Liliacee, che accomuna circa 1600 varietà di vegetali con particolari proprietà curative, tra cui l’aglio, la cipolla, il porro, l’aloe, ma anche fiori come il giglio, il tulipano, e il mughetto. Gli asparagi più conosciuti sono di colore bianco e verde (anche se esistono delle varietà violacee) e vengono raccolti generalmente nei mesi di marzo-aprile.
COSA CONTENGONO GLI ASPARAGI
Gli asparagi sono dei vegetali ipocalorici e vengono spesso consigliati a chi vuole perdere peso o in regimi dietetici controllati. Infatti sono composti per oltre il 95% da acqua. Il restante 5% è costituito da:
2% di zuccheri,
2% di proteine
solo lo 0,1% di grassi.
Gli asparagi contengono elevate quantità di vitamine, sia idrosolubili come la vitamina C e il gruppo B, sia liposolubili come la vitamina A ed E.
Per approfittare al massimo dei benefici e delle proprietà di queste vitamine sarebbe bene utilizzare gli asparagi a crudo, magari grattugiando le punte nell’insalata o centrifugando il gambo completo per ottenere il suo estratto liquido.
ASPARAGI PROPRIETA’
Antiossidante
Gli asparagi contengono una buona quantità di glutatione, un composto che riduce l’azione dei radicali liberi, rallentando quindi l’invecchiamento cellulare.
Manganese e vitamina A, inoltre, influenzano positivamente il funzionamento dei reni, dei legamenti e della pelle, proteggendola dagli agenti atmosferici e dall’inquinamento.
Digestiva
La presenza delle fibre negli asparagi aiuta ad aumentare la sensazione di sazietà e di mantenerla per più tempo e a regolarizzare l’intestino. Inoltre, le fibre rallentano l’assorbimento dei nutrienti, in particolare degli zuccheri: ecco perché gli asparagi sono consigliati anche per chi ha in diabete mellito tipo 2.
(Per saperne di più sulle proprietà delle fibre vi invito a leggere l’articolo specifico).
Prebiotica
Questi vegetali contengono un particolare tipo di fibra, l’inulina, che non viene digerita dal nostro corpo ma stimola la crescita dei batteri intestinale “buoni”. I batteri buoni trasformano le fibre prebiotiche in sostanze chimiche come il butirrato, che è un potente antinfiammatorio intestinale. L’inulina, quindi, promuove un microbiota più vario e sano. E, come spesso ricordo, un microbiota in salute è alla base della salute e della longevità dell’interno organismo (ossia del nostro corpo in toto).
Diuretica
Grazie all’elevato contenuto di saponine, di polifenoli e di minerali, nello specifico potassio e fosforo, stimolano la diuresi e sono un ottimo alleato contro la ritenzione idrica. Caratteristica molto nota è la “puzza” che assume la pipì già pochi minuti dopo aver consumato un piatto di asparagi: questo è dovuto alla presenza di un particolare aminoacido chiamato, appunto, asparagina.
L’Italia è la terza produttrice europea, solamente dopo la Spagna e la Francia, grazie ai suoi 5.500 ettari di terreno coltivato. A questo pregiato ortaggio sono stati dedicati ben 4 marchi, 3 IGP e un DOP.
A detenere il primato di regione più devota all’asparago è il Veneto, con l’Asparago Bianco di Bassano DOP, l’Asparago Bianco di Cimadolmo IGP, l’Asparago di Badoere IGP e molte altre altre specialità tradizionali. L’Emilia Romagna invece si aggiudica la quarta eccellenza con l’Asparago Verde di Altedo IGP.
Gli asparagi sono un prodotto molto versatile quando si tratta di utilizzarli in cucina.
Un abbinamento ideale dell’asparago è quello con le uova, siano esse cucinate all’occhio di bue o sode.
Molto conosciuto, inoltre, è il risotto agi asparagi, presente in tutte le famiglie italiane e soprattutto venete nel periodo primaverile, preparato con le punte più morbide di questo ortaggio.
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